venerdì 22 novembre 2019

Vendetta, la punizione che ti autoinfliggi

Cos’è la Vendetta? Sicuramente non lo spiegherò in questo breve articolo metaforico, tutti sappiamo in cosa consiste, quel qualcosa che scaturisce in seguito a sofferenze causate da altri. 

Chi vuole Vendetta, vuole far provare la stessa sensazione a colui che l’ha fatto soffrire, in alcuni casi per regolare i conti.


Una nota citazione di Francis Bacon dice:
“Di certo, nel vendicarsi, un uomo è soltanto pari al suo nemico, ma ignorandolo gli è superiore poiché perdonare è da principe.”
Sicuramente non c’è nulla di più giusto, la citazione non fa una piega, la vendetta è sicuramente quel qualcosa che ti rende anche peggio del tuo stesso nemico.
Ignorare? Si va bene pure quello.
Perdonare? Beh li casca l’asino, se ci riesci è un bene ma non sempre il perdono è una cosa facile da applicare, anche a volerlo, molti riescono a perdonare solo con la ragione, ma mai con il cuore, è quasi impossibile, come lo è stato per me.

Discesa all’inferno



Il torto subito fu lento e doloroso,
fu preparato con sottigliezza, aveva il profumo del veleno e le sembianze di una vittima.
Percepivo tutto, e tutto per me era evidente.
Venne il giorno in cui dissi basta, ma ormai era troppo tardi,
dentro di me echeggiavano solo le voci dei demoni, 
quelli che avevo creato, quelli che avevo alimentato per lungo tempo.
Fu allora che decisi di andare giù all’Inferno,
li cominciai  a forgiare le armi più letali e diaboliche che la mente umana abbia mai creato,
pensate ad arte, erano perfette, infallibili,
partorite con il solo scopo di distruggere e portare sofferenza inimmaginabile alla “vittima”.
Ero diventato scomodo anche al Diavolo,
cosa avrebbe dovuto farsene il Signore degli Inferi di un’anima che lo batteva in cattiveria?
Finite di forgiare le diaboliche armi , non scelsi subito di ritornare in superficie per attuare la vendetta,
scelsi di rimanere ancora giù, per molto tempo, dentro le fiamme, 
volevo alimentare ancora rabbia, sete di rivincita, accarezzavo e coccolavo il continuo aumento di odio,
dovevo essere crudele, e lo dovevo essere al massimo.
Poi venne il giorno,
ero pronto, traboccavo di rabbia e odio, l’inferno mi guardava stupito.
Cominciai a risalire su per le scale, quelle che portavano in superficie,
dietro di me lasciavo solo fiamme e catrame, ne ero fiero.
Finalmente giunsi in superficie, diretto verso la mia vittima.
Ora l’avevo davanti, il momento tanto atteso era giunto,
stavo sferrando il primo colpo, immateriale si, ma molto letale per la vittima,
ma a quel punto qualcosa cambiò, non so cosa accadde di preciso , 
in un’istante davanti a me vidi solo una persona debole, impaurita, 
che cercava di celarsi al mondo per le stronzate fatte,
 falsa per cercare di proteggersi.
In un’istante svanì la voglia di colpire quell’anima che per lungo tempo sognavo di distruggere.
Stranamente non avevo più sete di vendetta, anzi, il solo pensiero mi disturbava.
Riposi le mie diaboliche armi, fissai quell’anima dritta negli occhi, non dissi nulla, 
avevo capito che mi sarei solo autoinflitto una punizione per le colpe di qualcun altro.
L’essenza della vendetta si era già vendicata al posto mio di quell’anima inutile.

Occhio per occhio servirà solo a rendere tutto il mondo cieco.

(Mahatma Gandhi)

testo trovato nel web